Coronavirus. L'impatto sulla
event industry.
Aggiornamento della ricerca Astra/Club degli Eventi sull’impatto del coronavirus. Peggiora lo scenario della event industry. Per il 61% degli intervistati non si ripartirà prima di ottobre. E il 74% perderebbe almeno il 50% del fatturato.
Un quadro molto preoccupante.
È un quadro molto preoccupante quello che emerge dalla nuova indagine svolta dall’istituto diretto da Cosimo Finzi. Dall’inizio della crisi a oggi è stato infatti cancellato il 30% degli eventi, rinviato il 14% e il 21,5% è a rischio cancellazione/rinvio. Crescono però gli eventi digitali. Tutte le misure di sostegno devono essere prese il prima possibile.
Dopo 25 giorni dalla prima presentazione (vedi news), le cose non sono solo peggiorate, ma addirittura crollate. Tutte le misure di sostegno devono essere prese il prima possibile e anche da parte dei clienti non si dovrà attendere troppo perché è necessario che questa industry si rimetta in pista quanto prima”. Questo il primo commento a caldo di Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche, sull’aggiornamento dell’indagine sulla Industry degli Eventi e della Live Communication di fronte alla crisi Covid19’.
Dopo una prima fase dell’indagine, svolta fra il 17 e il 25 marzo e presentata al Club degli Eventi il 30 marzo è stato realizzato un aggiornamento per avere una misura costante dell’impatto del coronavirus sul mercato degli eventi.
La seconda fase della ricerca, condotta online fra l’8 e il 14 aprile, è stata presentata il 15 aprile: hanno risposto 300 strutture fra agenzie, fornitori di eventi e clienti. Quello che ne emerge è a dir poco preoccupante: dall’inizio della crisi a oggi è stato infatti cancellato il 30% degli eventi (tre settimane fa erano il 20%), rinviato il 14% e il 21,5% è a rischio cancellazione/rinvio.
Il timing: non prima di ottobre.
“Impressionanti sono i dati relativi alla ripartenza – continua Finzi –. Il 60,9% pensa infatti che sarà da ottobre o dopo, mentre era il 16,1 % nella prima indagine. Di questo 61%, il 29,8% pensa addirittura dice ‘dall’anno prossimo’, mentre nella prima fase era solo il 5,5%”.
Impressionanti anche i dati sulla perdita di fatturato.
Se si ripartisse a fine maggio (ma non ci crede quasi nessuno), il 55.9% perderebbe nel 2020 almeno il 50% di fatturato. Ma se si ripartisse da fine settembre il 74% perderebbe almeno il 50% del fatturato e il 59,4% ne perderebbe due terzi.
Un altro dato interessante, in controtendenza rispetto alla fase 1 dell’indagine, è che la compattezza sul «è giusto non fare eventi» è ora meno forte: quelli ‘molto d’accordo’ passano dall’88.7% al 62.6%.
Più eventi digitali
Un altro fenomeno in evoluzione è lo spostamento verso gli eventi digitali. E’ cresciuta la percentuale di chi li usa e li ritiene utili (dall’11,8% al 15,3%) così come quella di chi li usa anche se non sono rilevanti economicamente (dal 33,7% al 48,3%). Mentre chi non se ne occupa è sceso dal 42,9% al 25,7%.
Le misure da richiedere
Infine, l’indagine chiede quali misure richiedere al Governo. “Su questo vi sono scelte molto differenti – commenta Finzi -, molto bilanciate tra supporto economico, supporto finanziario e supporto alla domanda (per le società più grandi prevale il credito d’imposta, mentre per i «piccoli» le soluzioni sulla tassazione degli utili). L’impressione è che qualsiasi misura possa essere valida”.
A breve il Club degli Eventi e della Live Communication, insieme alle associazioni più rappresentative della industry, darà vita a una potente campagna di sensibilizzazione con proposte concrete al mondo politico e istituzionale.